Il gioco dei racchettoni: una passione tutta romagnola
Diciamoci la verità: la spiaggia non sarebbe la stessa senza i costanti rintocchi che scandiscono il ritmo di una o più partite a racchettoni. Da sempre una delle attività più amate lungo tutta la Riviera Romagnola (e non solo), questo sport è conosciuto anche come “beach tennis” e da anni appassiona giocatori di tutte le età, dando vita ad emozionanti partite e tornei.
Le origini e la storia
Tutto ha inizio con un amichevole palleggiare tra amici, senza regole e senza campi all’interno dei quali sfidarsi. Si utilizzano racchette di legno e una pallina e la leggenda narra che i racchettoni nascano proprio qui da noi, nelle spiagge dorate della provincia di Ravenna: sono gli anni ’70 e non ci vuole molto perché la novità inizi a conquistare in fretta il cuore di grandi e piccini.
Sotto il caldo sole estivo si iniziano ad organizzare le prime competizioni, seguendo regole e consuetudini che cambiano di spiaggia in spiaggia. Si giocano lunghe partite sui campi da Beach volley con la “rete alta”, cimentandosi in vere e proprie gare di resistenza, fino a quando nel 1996 non viene battezzata l’altezza standard di 170 cm e si adotta ufficialmente il regolamento del tennis – con qualche piccola variazione.
È il primo passo verso la codifica di un regolamento che inquadri i racchettoni come una sport vero e proprio, riconosciuto a livello nazionale e non solo, ma è solo nel 2005 che si raggiunge un punto di demarcazione fondamentale, con la nascita del primo Comitato Nazionale del Beach Tennis. È in questo momento infatti che le partite tra amici diventano un’attività sportiva attorno alla quale ruota un circuito di eventi assieme al parallelo sviluppo di regole e settori collegati.
Patti chiari, amicizia lunga: le regole.
Il campo di Pino Beach, così come tutti i campi regolamentari, è un rettangolo che misura 16 metri in lunghezza e 8 metri in larghezza, diviso da una rete sospesa a 1,70 metri e montata in maniera tale da riempire completamente lo spazio tra i due pali laterali. All’interno di questo spazio si può giocare a coppie o in singolo, eventualità per la quale la larghezza viene ridotta a 4,5 metri per garantire una superficie di gioco gestibile da una persona sola.
Un incontro di disputa al meglio di tre partite, ciascuna partita si vince nel momento in cui si conquistano sei game con un vantaggio di due sulla fazione avversaria. In caso di parità, si arriva al tie-break: chi lo conquista si assicura la vittoria, purché venga mantenuto il vantaggio di due punti.
Il regolamento non manca di esplicitare numerosi di altri dettagli, come i falli, i colpi nulli e le occasioni in cui si verifica la perdita dei punti, senza tralasciare le misure obbligatorie del campo e le specifiche di racchette e palline, per definire un quadro preciso all’interno del quale divertirsi e mettersi alla prova a livello amatoriale e agonistico.
Tutte le estati a Pino Beach trovi un campo regolamentare, per cimentarti in dritti e rovesci rocamboleschi e, perché no, stupire i tuoi avversari con un ace risolutivo. Abbiamo una sola regola, diventata negli anni una tradizione: chi perde, offre da bere!
Diciamoci la verità: la spiaggia non sarebbe la stessa senza i costanti rintocchi che scandiscono il ritmo di una o più partite a racchettoni. Da sempre una delle attività più amate lungo tutta la Riviera Romagnola (e non solo), questo sport è conosciuto anche come “beach tennis” e da anni appassiona giocatori di tutte le età, dando vita ad emozionanti partite e tornei.
Le origini e la storia
Tutto ha inizio con un amichevole palleggiare tra amici, senza regole e senza campi all’interno dei quali sfidarsi. Si utilizzano racchette di legno e una pallina e la leggenda narra che i racchettoni nascano proprio qui da noi, nelle spiagge dorate della provincia di Ravenna: sono gli anni ’70 e non ci vuole molto perché la novità inizi a conquistare in fretta il cuore di grandi e piccini.
Sotto il caldo sole estivo si iniziano ad organizzare le prime competizioni, seguendo regole e consuetudini che cambiano di spiaggia in spiaggia. Si giocano lunghe partite sui campi da Beach volley con la “rete alta”, cimentandosi in vere e proprie gare di resistenza, fino a quando nel 1996 non viene battezzata l’altezza standard di 170 cm e si adotta ufficialmente il regolamento del tennis – con qualche piccola variazione.
È il primo passo verso la codifica di un regolamento che inquadri i racchettoni come una sport vero e proprio, riconosciuto a livello nazionale e non solo, ma è solo nel 2005 che si raggiunge un punto di demarcazione fondamentale, con la nascita del primo Comitato Nazionale del Beach Tennis. È in questo momento infatti che le partite tra amici diventano un’attività sportiva attorno alla quale ruota un circuito di eventi assieme al parallelo sviluppo di regole e settori collegati.
Patti chiari, amicizia lunga: le regole.
Il campo di Pino Beach, così come tutti i campi regolamentari, è un rettangolo che misura 16 metri in lunghezza e 8 metri in larghezza, diviso da una rete sospesa a 1,70 metri e montata in maniera tale da riempire completamente lo spazio tra i due pali laterali. All’interno di questo spazio si può giocare a coppie o in singolo, eventualità per la quale la larghezza viene ridotta a 4,5 metri per garantire una superficie di gioco gestibile da una persona sola.
Un incontro di disputa al meglio di tre partite, ciascuna partita si vince nel momento in cui si conquistano sei game con un vantaggio di due sulla fazione avversaria. In caso di parità, si arriva al tie-break: chi lo conquista si assicura la vittoria, purché venga mantenuto il vantaggio di due punti.
Il regolamento non manca di esplicitare numerosi di altri dettagli, come i falli, i colpi nulli e le occasioni in cui si verifica la perdita dei punti, senza tralasciare le misure obbligatorie del campo e le specifiche di racchette e palline, per definire un quadro preciso all’interno del quale divertirsi e mettersi alla prova a livello amatoriale e agonistico.
Tutte le estati a Pino Beach trovi un campo regolamentare, per cimentarti in dritti e rovesci rocamboleschi e, perché no, stupire i tuoi avversari con un ace risolutivo. Abbiamo una sola regola, diventata negli anni una tradizione: chi perde, offre da bere!
Non è spiaggia senza un torneo di beach volley con gli amici! Un gioco divertente e coinvolgente, ideale per fare un po’ di movimento anche al mare e che rende felici pure i meno sportivi.
Ma com’...
Quando un bambino gioca, il suo gioco riempie l’universo intero.
– Taisen Deshimaru
Da che mondo è mondo,...
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